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Il Tar respinge il ricorso di Roberto Rossi

"E' legittima la decisione del Csm di non confermarlo alla guida della Procura di Arezzo". Così si esprime il Tribunale Amministrativo del Lazio

Il Tribunale amministrativo del Lazio, con una sentenza depositata questa mattina, respinge il ricorso presentato dal procuratore capo della Procura di Arezzo, Roberto Rossi.

Secondo la prima sezione del Tar del Lazio "E' legittima la decisione del Consiglio Superiore della Magistratura di non confermare Roberto Rossi alla guida della Procura di Arezzo".

Il procuratore capo Rossi aveva fatto ricorso dopo che il plenum di Palazzo dei Marescialli, lo scorso 24 ottobre, aveva approvando la proposta del relatore Piercamillo Davigo, contrario alla riconferma di Rossi ad Arezzo. Secondo il Csm, infatti, il procuratore avrebbe compromesso, almeno "sotto il profilo dell’immagine", il necessario requisito "dell’indipendenza da impropri condizionamenti" per avere mantenuto l’incarico al Dipartimento affari giudiziari della Presidenza del Consiglio anche dopo l'avvio dell’indagine su Banca Etruria nella quale Rossi avrebbe potuto indagare sul padre dell’allora ministro Maria Elena Boschi.

Anche il guardasigilli Alfonso Bonafede non aveva dato il suo "bene placido"' per la riconferma del magistrato nell'incarico di vertice dell'ufficio giudiziario aretino.

Stamani, quindi, è arrivata la sentenza del Tar che si esprime proprio "sull'inopportunità della scelta compiuta dal ricorrente di non comunicare allo stesso Csm il mutamento del contesto nel quale tale ultimo incarico si stava svolgendo, contravvenendo ad un obbligo di trasparenza e correttezza".

Quindi adesso si profila quell'avvicendamento, mai del tutto perfezionato, in seno alla Procura aretina. Sempre che Rossi non decida di andare avanti con i ricorsi, appellandosi al Consiglio di Stato contro la decisone assunta dal Tribunale amministrativo del Lazio.