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Attentati alla Tav, una task force per indagare

Alla luce dei diversi episodi registrati nella tratta tra Firenze e Bologna gli uffici investigativi delle due città hanno deciso di indagare insieme

Dal 21 dicembre dell'anno scorso, esattamente un anno prima del sabotaggio di due giorni fa nella galleria San Donato a Rovezzano (Firenze), gli episodi di danneggiamenti alla tratta dell'Alta velocità tra Firenze e Bologna si sono ripetuti in maniera preoccupante.

Quel giorno la circolazione ferroviaria fu sospesa a Bologna dalle 5 del mattino tra le stazioni di Bologna Centrale e Bologna San Ruffillo, sulla linea convenzionale Bologna-Firenze (non quella ad alta velocità), per il danneggiamento doloso di un pozzetto che conteneva i cavi di alimentazione del sistema di comando e controllo della circolazione su quel tratto di linea. Ci furono ripercussioni anche per i treni ad Alta velocità da e per Venezia oltre che per i regionali. I cavi allora furono incendiati. 

Dalle prime ricostruzioni emerse che il rogo era stato innescato da un pezzo di legno infuocato buttato nel pozzetto. Anche in quel caso l'allarme e' stato dato intorno alle 5 (come oggi e come due giorni fa a Firenze), ma non furono trovate scritte 'No Tav'. Fu aperta un'inchiesta per danneggiamento aggravato, le indagini però - pur chiarendo fin da subito che si trattava di un atto doloso - non esclusero altre piste diverse dal quella riconducibile alla galassia No Tav. 

Adesso, per far luce su tutti gli episodi che si sono succeduti nel tempo, gli uffici investigativi di Firenze e Bologna hanno deciso di operare in stretto contatto e di condividere le informazioni sugli attentati incendiari

A maggio nei pressi della linea AV Bologna-Milano a Lavino di Mezzo (Bologna) erano stati tranciati alcuni cavi di rame e fibre ottiche e ed erano stati incendiati due pozzetti fianco dei binari. Era stata aperta un'inchiesta per danneggiamento aggravato. Vicino, in quel caso e come accaduto anche stamani, era stata trovata una scritta 'No Tav'.