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In discoteca in sicurezza con "Safety dancing"

Il progetto pilota in Toscana prevede un defibrillatore, un'ambulanza in pianta stabile con medici a bordo e il trasporto gratuito per la discoteca

Un progetto per ballare e divertirsi in sicurezza. Si tratta di “Safety dancing”, progetto pilota in Toscana presentato in Consiglio regionale dal presidente della commissione sanità e politiche sociali, Stefano Scaramelli. Il progetto prevede, oltre al defibrillatore, anche un’ambulanza in pianta stabile all’esterno della discoteca e il trasporto gratuito con conducente da e per la discoteca, dal capoluogo.

“Questo progetto può diventare un modello da replicare in tutta la Toscana -sottolinea Stefano Scaramelli -. Nei prossimi mesi valuteremo l’andamento e i risultati che il progetto “Safety dancing” raggiungerà a Siena. La Commissione Politiche sociali, impegnata anche sul fronte della sicurezza e della salute nei luoghi, come le discoteche, dopo la valutazione dei risultati raggiunti nel senese da “Safety dancing” potrebbe lavorare alla predisposizione di una Legge che preveda questo tipo di approccio alla sicurezza nelle discoteche”.

Il progetto nasce in collaborazione con la discoteca Papillon di Monteroni d'Arbia, l’associazione cardiotrapiantati sezione di Siena, la Pubblica Assistenza Valdarbia, l‘Associazione Noi, la Coop la Popolare. 

“Questo progetto è un grande esempio di collaborazione tra associazioni, tanto che il Defibrillatore - dice il Dj Francesco Minucci - sarà usato, oltre che la notte, anche dal centro sportivo antistante la discoteca. Il mondo della notte può essere “educato” al divertimento, per questo il progetto si fonda su due parole chiave: sicurezza e divertimento”.

A parlare di sicurezza anche David Chiti dell’associazione Noi Siena: “da genitore mi sento più sicuro nel mandare mio figlio in discoteca, sapendo che è un luogo in cui, oltre alla musica e al divertimento, trova attrezzature e personale preparato per affrontare le emergenze”. “Questo progetto è una cosa meravigliosa perché - spiega Rita Falai Ughetta, associazione Cardiotrapiantati - se si può risparmiare un trapianto e salvare una vita, ogni iniziativa è bella e importante”.

Sulla natura gratuita e volontaristica dell’idea che sta alla base del progetto e delle strumentazioni e delle persone che, dal primo week end di ottobre, lo metteranno in pratica, Franco Fantacci, presidente cardiotrapiantati Acti ha sottolineato che “il progetto va avanti grazie alle donazioni. Obiettivo è dotare quante più strutture possibili di un defibrillatore, in particolare palestre e scuole”.