Ci sarebbe un nuovo capo di imputazione nel filone d'inchiesta sul crac di Banca Etruria che riguarda la vendita, nel 2013, di obbligazioni rischiose anche a risparmiatori non adeguatamente informati e senza fornire gli organi di vigilanza un quadro completo del dissesto della banca: il ricorso abusivo al credito, in aggiunta al reato di falso in prospetto.
La notizia è stata rilanciata dal quotidiano La Verità. Gli indagati sarebbero in tutto una ventina: i membri del consiglio di amministrazione guidato da Giuseppe Fornasari, compreso Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del consiglio Maria Elena, il collegio sindacale, il gd Luca Bronchi.
L'indagine sarebbe nata dopo le sanzioni per due milioni e ottocentomila euro contestate dalla Consob agli ex vertici di Banca Etruria per la gestione dell'istituto dal 2012 al 2014 e in particolare per i prospetti informativi predisposti per i risparmiatori.