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100 chilometri a piedi per cambiare patrono

Basta San Pietro, il paese vuole come suo protettore San Giovanni Gualberto: gambe in spalla, il sindaco è partito alla volta dei vescovadi

San Giovanni Gualberto in un affresco di Neri di Bicci nella chiesa di Santa Trinita a Firenze

Fuori San Pietro, s'avanzi San Giovanni Gualberto. Sì: la comunità di Barberino Tavarnelle vuol cambiare patrono, le cui spoglie mortali sono sepolte nella secolare e prestigiosa Abbazia di Badia a Passignano. 

Ma come farsi ascoltare? Gambe in spalla, il sindaco David Baroncelli è partito a piedi in un singolare pellegrinaggio attraverso le abbazie vallombrosane del Chianti e del Valdarno per richiedere ai vescovadi di Firenze e Fiesole il cambio del patrono.

Oggi, dopo oltre 100 chilometri di marcia, muscoli indolenziti è giunto a Firenze a consegnare in vescovado le lettere dei suoi concittadini. Missione compiuta, ora si attende il responso.

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Il primo cittadino ha percorso piani e poggi inerpicandosi per boschi e sterrati, camminando da Sambuca Val di Pesa a Vallombrosa e da Vallombrosa a Firenze, passando attraverso le abbazie di Badia a Passignano e Monte Scalari. 

San Giovanni Gualberto

Santo dei Forestali d’Italia, San Giovanni Gualberto è stato tra l'altro il fondatore della Congregazione vallombrosana.

Nato nel 995 a Petroio, nelle campagne circostanti la frazione di Sambuca Val di Pesa, è sepolto nella secolare e prestigiosa Abbazia di Badia a Passignano dove sono conservate le sue spoglie. "Una figura carismatica, la cui opera religiosa è associata ai temi del perdono, della pace e della riconciliazione, e che visse in prima persona il territorio di Sambuca", ricostruisce una nota dell'amministrazione comunale. 

Lungo il fiume Pesa infatti l’uomo di fede lasciò tracce della propria vita, dei miracoli compiuti, della vocazione spirituale che ha caratterizzato il suo intenso percorso di fede e amore per Dio e la natura. Al santo è dedicato anche un sentiero escursionistico, l’anello di San Giovanni Gualberto, che si snoda dal ponte di Romagliano a Sambuca fino a Badia a Passignano ed assume i contorni leggendari del suo passaggio, testimoniati dalla presenza del Masso del Particino, il blocco di pietra che secondo la leggenda il Demonio scagliava contro il santo mentre si riposava, della cappella di San Giovanni Gualberto e dalle impronte del cavallo con cui il monaco attraversava i luoghi fluviali e le aree naturalistiche del Chianti.

Il sindaco David Baroncelli: “Ci auguriamo che i Vescovadi di Firenze e Fiesole possano accogliere una richiesta che parte dal basso, un desiderio di cui mi sono fatto portavoce e ambasciatore camminando”

Barberino Tavarnelle, 21 agosto 2025. Stanco, con qualche muscolo ancora dolorante, ma felice. Soddisfatto e orgoglioso di aver tenuto fede alla promessa, fatta a se stesso e alla comunità. E di aver portato a termine, nonostante la difficoltà dell’itinerario, il viaggio che per il sindaco David Baroncelli, sollecitato dalle richieste dei cittadini e di alcune associazioni di Barberino Tavarnelle, è stato pensato e programmato come una vera e propria missione. Spirituale e civica, individuale e collettiva allo stesso tempo. 

La meta, passo dopo passo, è stata raggiunta. Il sindaco Baroncelli è approdato poche ore fa in piazza San Giovanni a Firenze, ha bussato alla portineria del Palazzo Arcivescovile per consegnare le lettere che fissano, nero su bianco, la volontà congiunta dell’amministrazione comunale di Barberino Tavarnelle, dei cittadini e di alcune associazioni del territorio di richiedere al Vescovado fiorentino di istituire quale nuovo patrono di Barberino Tavarnelle il santo che da mille anni stringe un legame particolare con questo lembo di Toscana. E’ San Giovanni Gualberto, 

“All’inizio del percorso, - dichiara il sindaco David Baroncelli - non avendo mai intrapreso un cammino così lungo e impervio, devo dire ero un po' preoccupato, ma poi gradualmente le mie gambe hanno acquisito fiducia e sulla fatica innegabile ho fatto prevalere la determinazione nel realizzare quello che per me è stato un viaggio dentro me stesso, un momento di riflessione profonda ma anche un tempo speso con consapevolezza per la mia comunità, mi hanno aiutato gli incontri che ho fatto lungo il tragitto, il saluto portato a Don Jhinsho e ai monaci di Badia a Passignano, la camminata condivisa con Frate Matteo all’abbazia di Vallombrosa, l’accoglienza che ho ricevuto da parte dei cittadini di Poggio alla Croce, fino ad arrivare a Firenze, tappa conclusiva del mio itinerario. Non nego di aver avvertito il peso di questa esperienza dal punto di vista fisico, ho realizzato l’obiettivo in soli quattro giorni, il primo dei quali ho percorso circa 30Km, ma non mi è mancato davvero nulla, ho respirato a pieni polmoni, ho avvertito in solitaria il piacere di vivere lentamente, ho ammirato la bellezza travolgente del paesaggio che ci avvolge, mi ha riempito la meraviglia che ho potuto cogliere ad ogni passo e mi sono sentito privilegiato”.

“Se c’è una figura che ha ispirato, ha fornito lo spunto per questo cammino – aggiunge - è stata quella di don Danilo Cubattoli, lui che viaggiava ovunque, in bicicletta, in moto, a piedi per aiutare e sostenere concretamente gli ultimi, come l’impresa straordinaria che realizzò per dire messa ai lavoratori del Kilimangiaro, ho pensato che ognuno di noi potesse essere in grado di compiere gesti di qualità, atti d’amore e di pace a favore e nel rispetto dell’altro, se sorretto da motivazioni autentiche come è stata quella che ha tenuto in vita e alimentato la fede di Don Cuba, la sua profonda vocazione rivolta ai più deboli. Quanto alla sostituzione del patrono di Barberino Tavarnelle, l’attuale San Pietro con San Giovanni Gualberto, auspichiamo che i Vescovadi di Firenze e Fiesole possano esprimere valutazioni positive e accogliere una richiesta che parte dal basso, un desiderio di cui mi sono fatto portavoce e ambasciatore camminando”.