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Scampati dall'inferno della Rambla

Durante l'attentato tanti toscani stavano passeggiando o erano nei pressi della famosa strada nel cuore di Barcellona. I racconti dei sopravvissuti

Sono scene di terrore che mai un turista penserebbe di ritrovarsi davanti, soprattutto in una strada tanto frequentata da visitatori provenienti da tutto il mondo, la Rambla, cuore pulsante del turismo a Barcellona.

Tra coloro che erano lì e che si sono visti la morte in faccia, alcuni toscani in vacanza. Come l'ex assessore del Comune di Firenze Graziano Cioni, a Barcellona con la famiglia, che solo per un caso non si è imbattuto nel furgone bianco guidato dai terroristi, piombato sulla folla a 80 chilometri orari ferendo 100 persone e uccidendone 13.

E sul social network Cioni racconta: "Sono venuto via in tempo noi stiamo bene. Sembra che uno dei terroristi sia asserragliato nel ristorante turco con degli ostaggi, noi abbiamo pranzato il quello marocchino vicino 50 metri".

A Barcellona c'era anche Vania Valoriani, fiorentina, che lavora come psicologa all'ospedale di Careggi, in vacanza con i figli, e anche lei racconta su Facebook: "Siamo sotto shock. Eravano proprio lì fino a pochi minuti prima: abbiamo raggiunto Barceloneta in metropolitana mentre stava accadendo. E ora pensiamo a come tornare al camper".

Il vicepresidente della Proloco di Carmignano Niccolò Fanfani, racconta come lui e la moglie siano scampati all'attentato per pochi minuti. Al Tirreno hanno raccontato che fino a mezz'ora prima erano vicino a piazza Catalunya, e quando la folla ha iniziato a urlare sono entrati in un negozio e lì sono rimasti fino a quando le forze dell'ordine non hanno sgomberato la zona.