Politica

Berlusconi boccia Lamioni: il candidato è un rebus

La scelta dell'aspirante governatore in Toscana spetterà direttamente all'ex Cavaliere: corsa a 5 ma l'ipotesi dell'esponente Ncd pare tramontata

Tutto (ancora) in alto mare. Con quella che pareva essere l'unica certezza destinata a tramutarsi invece nell'ennesimo nulla di fatto.

Forza Italia non ha ancora sciolto le riserve sul candidato presidente di Regione e attende ora il pronunciamento diretto di Silvio Berlusconi, tornato ieri alla sua piena agibilità politica. E proprio l'ex Cavaliere sarebbe l'artefice del "no" a Giovanni Lamioni, la scelta che era stata fatta dal coordinatore toscano Massimo Parisi in virtù dell'accordo con Ncd. Il presidente della Camera di commercio di Grosseto non entusiasma il leader azzurro e così sul suo tavolo sarebbe arrivata una nuova rosa di nomi tra cui poter scegliere. Con l'obiettivo, visti anche i sondaggi che danno Forza Italia al minimo storico nella regione sull'orlo del 10%, di cercare se possibile di allargare l'alleanza alle altre forse del centrodestra (Lega su tutti, ma anche Fratelli d'Italia) destinate altrimenti a correre da sole.

Secondo quanto emerso finora, le alternative a Lamioni proposte a Berlusconi sarebbero così Giorgio Silli (coordinatore pratese ed ex assessore all'immigrazione della giunta Cenni), Marco Stella (ex candidato a sindaco nel Comune di Firenze e attuale capogruppo azzurro in Palazzo Vecchio), Massimo Mallegni (ex sindaco di Pietrasanta) oppure Tommaso Villa (consigliere regionale uscente e finora candidato all'unico posto del listino regionale) nell'ottica di una eventuale, ancorché assai difficile, riconciliazione con la Lega.

Una ipotesi, quest'ultima, che il candidato del Carroccio Claudio Borghi bolla come "fantascienza" sostenendo che, anche in caso di eventuale alleanza con Forza Italia, spetterebbe proprio alla Lega la scelta del candidato in virtù di rapporti di forza che a oggi li vedrebbero accreditati di un consenso maggiore rispetto al partito azzurro. Una sorta di "autocandidatura", insomma, come leader del centrodestra toscano in nome din un "anti-renzismo che dopo la rottura del Patto del Nazareno potrebbe sposare anche Forza Italia". 

A Silvio Berlusconi l'ultima parola.