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Caccia al cinghiale sospesa, ira dei viticoltori

Il Tar Toscana ha accolto il ricorso delle associazioni animaliste e ha sospeso l'attività di contenimento della proliferazione dei cinghiali

Il Tar della Toscana ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni animaliste e disposto la sospensione del piano triennale di controllo del cinghiale, previsto dalla legge regionale del 2016 per il contenimento degli ungulati, nella parte in cui consente la cosiddetta caccia ''in braccata''. 

Luca Sanjust, presidente di Avito, l'associazione dei consorzi produttori di vino in Toscana commenta "la decisione del Tar è di fatto una condanna a morte per tante produzioni vitivinicole toscane, e quindi per tante aziende che sulle viti e sul vino di qualità hanno fatto investimenti cospicui".

"Il Tar ha ignorato completamente la prima finalità della legge, cioè quella di tutelare le attività antropiche compresa quella agricola ed i valori ambientali e di Biodiversità della nostra regione. Così si uccide l'agricoltura" ha dichiarato Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana che commenta così la decisione del Tribunale amministrativo della Toscana di sospendere il piano triennale di controllo del cinghiale nella parte in cui consente la caccia in braccata.

“Si abbandonano così – spiega Miari Fulcis - tutti i migliori propositi per conservare in Toscana agricoltura, lavoro, ambiente, paesaggio, sicurezza. Come sempre succede, hanno più forza un manipolo di idealisti fuori dalla realtà anziché perseverare obiettivi che possano permettere un corretto equilibrio e valorizzazione delle nostre eccellenze. Auspichiamo che la sospensiva abbia vita breve e che si ritorni ad una visione più generale e corretta del vivere e produrre nella nostra regione.”