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Canoni del demanio idrico, maxi-sconto e sanatoria

Interessa fiumi, laghi e aree circostanti. Entro il 20 novembre regolarizzazione agevolata dell'imposta non pagata alla Regione negli ultimi 5 anni

Il demanio idrico interessa fiumi, laghi e le aree immediatamente attorno. Il canone da pagare per la relativa concessione demaniale può riguardare un ponte, una passerella o una strada che li attraversa, un tubo o un cavo che li scavalca, l'occupazione temporanea per una manifestazione, il ponteggio di una casa in ristrutturazione lungo l'argine, orti e campi a ridosso, le terrazze di un'abitazione o di un ristorante o di qualunque altro immobile che si affaccia sopra uno specchio d'acqua.

La novità è che la giunta regionale ha dato il via libera a una proposta di legge che fa slittare al 20 novembre i termini per mettersi in regola qualora, negli ultimi cinque anni, non si sia pagata l'imposta regionale dovuta in aggiunta ai canoni idrici.

Ci sarà invece più tempo, fino al 31 dicembre 2016, per il rilascio delle cosiddette concessioni senza titolo ma soprattutto non sarà più dovuto alcun canone per gli orti sociali e saranno previste riduzioni per alcune categorie: ad esempio, per l'occupazione delle aree al fine di tagliare di vegetazione  basterà pagare 50 euro. Riduzioni anche per gli ormeggi o per l'uso di porzioni del demanio idrico per accedere a fondi tra loro interclusi.

I canoni idrici fino all'anno scorso sono stati riscossi dalle Province. Ognuna aveva però regolamentato la materia in modo diverso, con tariffe tra loro diverse. Così, quando a gennaio 2016 i canoni sono tornati in carico alla Regione, c'è stata l'esigenza di omogeneizzarli. Assieme al canone è dovuta anche un'imposta regionale: era pari al 300 per cento fino al 2015. Quest'anno la giunta ha deciso di ridurla al 50 per cento del canone pagato. Chi non l'aveva pagata, può regolarizzare gli ultimi cinque anni, dal 2011 al 2015, versando il 20 per cento di quanto a suo tempo dovuto.

"L'armonizzazione dei canoni demaniali – ha spiegato l'assessore al bilancio e alla presidenza, Vittorio Bugli – rientra in quell'attività di necessaria semplificazione che ha interessato più settori dopo che la Regione è tornata a gestire in proprio le competenze che aveva delegato a suo tempo alle Province. Si trattava sicuramente di un'eredità complessa".

"Nel disciplinare un settore come questo non si poteva non prescindere dal mantenere il giusto equilibrio tra il cittadino e l'utilizzo del bene pubblico - ha sottolineato l'assessore della Toscana all'ambiente, Federica Fratoni. - Ed è un risultato che ritengo che abbiamo centrato".