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"Caro assessore lei berrebbe acqua con l'amianto?"

Gli esponenti di "Campagna No Amianto Publiacqua" e Medicina Democratica replicano alle rassicurazioni fatte da Bramerini in consiglio regionale

Una lettera aperta per dire che no, le parole "rassicuranti" pronunciate in consiglio regionale a loro non bastano. Anzi. Così i membri dei comitati che si battono per la rimozione delle tubature in amianto presenti in Toscana hanno replicato all'assessore regionale Anna Rita Bramerini e al suo intervento di ieri in consiglio regionale.

"Per Anna Rita Bramerini i cittadini toscani possono bere tranquillamente un litro di acqua contenente 22.500 fibre di amianto. Lo si evince dalla "rassicurante" risposta fornita in Consiglio regionale sulla vicenda delle tubature in amianto degli acquedotti toscani. E alla Campagna No Amianto Publiacqua questa risposta preoccupa molto, perché palesa un'evidente frattura tra la realtà e la classe politica della giunta guidata da Enrico Rossi" scrivono.

E aggiungono: "L'assessore regionale all'ambiente, o chi la consiglia, ignora, ad esempio, la recente classificazione compiuta dall'Agenzia Internazione Ricerca sul Cancro che si concentra e analizza tutte le forme di asbestosi sicuramente cancerogene per l'uomo compresa quella derivante dall'amianto ingerito. I cancerogeni del gruppo 1 IARC, infatti, non hanno soglia: l'unica soglia possibile per la sicurezza dei cittadini è zero. Pertanto nell'acqua 'potabile' la concentrazione deve essere zero".

"Un ragionamento facile facile - concludono - che però non si riesce ancora a far passare. Bramerini cita infatti un limite EPA ormai obsoleto e anacronistico (7 milioni di fibre/litro)".