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Tre indagati per la tragedia nella cava

Si tratta del titolare, del direttore dei lavori e del responsabile della sicurezza. Per la procura mancano le condizioni per evitare gli incidenti

I reati contestati sono gli stessi per tutti e tre: omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Nel disastro avvenuto nella cava di marmo Antonioli di Carrara sono morti i due cavatori Roberto Ricci di 55 anni e Federico Benedetti di 46, travolti dalla frana mentre stavano lavorando. L'unico sopravvissuto è sotto shock e dovrebbe essere interrogato nelle prossime ore dalla pm titolare dell'indagine Alessia Iacopini.

Molto dure le parole del procuratore di Massa Aldo Giubilaro: "Non mi sento di dire che ci siano condizioni di sicurezza accettabili all'interno delle cave di Massa Carrara; chi ha l'obbligo di mettere in atto le normative antinfortunistiche e rispettare le regole per la sicurezza dei lavoratori non lo fa; e chi dovrebbe controllare che ciò accada non è nelle condizioni per farlo". 

"E' impossibile che nessuno si accorga che i bacini apuani sono unici, più ampi, più complessi, con un tipo di attività più intensa e più pericolosa rispetto ad altre cave: abbiamo per questo bisogno di potenziare i controlli, magari creando un organismo, tra Procura, Forestale, Vigili del fuoco e Usl che si occupi esclusivamente del mondo cave", ha aggiunto Giubilaro secondo il quale "non si può morire di lavoro".