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Caso Scieri, "Chi sa parli"

A distanza di 17 anni dalla misteriosa morte del parà siracusano all'interno della caserma Gamerra di Pisa l'appello della commissione d'inchiesta

Una corona di fiori deposta sul luogo della tragedia: così si è conclusa la missione della Commissione d’inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri, il paracadutista siracusano trovato senza vita nell'agosto del 1999 all'interno della caserma della Folgore Gamerra di Pisa.

In una conferenza stampa a margine della commemorazione, Sofia Amoddio, presidente della Commissione, insieme ai deputati Gianluca Fusilli, Giovanna Palma, Massimo Baroni e Giuseppe Zappulla, ha voluto ringraziare la Folgore nella persona del generale Iannucci, l’intera caserma per la disponibilità e l’accoglienza dimostrata nei confronti della commissione ed il ministro della difesa Pinotti.

La visita ispettiva ha permesso di visionare i luoghi alla luce degli elementi emersi durante le audizioni di militari ed ex militari e di riscontrare alcuni elementi che saranno comunicati non appena possibile.

Il compito della Commissione è quello di ricostruire le modalità dei fatti, il movente e le responsabilità, ma più in generale la commissione sta cercando anche di capire il clima in cui si è svolto questo evento all’interno della caserma, le condanne per gli atti di nonnismo e come questo clima sia cambiato dopo la morte di Scieri.

Chi sa parli – è l’appello lanciato - chi non ha parlato, o chi non ha detto tutto, oggi ha la possibilità di alleggerire questo peso, di svelare la verità senza temere nulla perché, l’eventuale falsa testimonianza commessa nel ‘99 non può essere perseguibile perché prescritta”.

La Commissione ha voluto ringraziare gli amici di Scieri che con tenacia hanno tenuto vivo il ricordo attraverso le attività del comitato Verità e Giustizia per Emanuele Scieri, e la famiglia, in questo triste anniversario.