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Tragedia dell'Erasmus, l'autista nega tutto

Il conducente dell'autobus dell'incidente in cui morirono 13 studentesse ha negato davanti al giudice istrutture di essersi addormentato

Il terribile incidente avvenne il 13 marzo del 2016 a Freginals, in Catalogna, e tredici studentesse universitarie che stavano frequentando l'Erasmus morirono fra la lamiere dell'autobus uscito di strada. Di queste sette erano italiane e tre toscane: Valentina Gallo, Elena Maestrini e Lucrezia Borghi.

Dopo alcuni mesi di indagini, la procura spagnola archiviò l'inchiesta penale sugli eventuali responsabili del disastro, rimandando  la questione dei risarcimenti al tribunale civile. Il tutto senza aver mai interrogato il conducente dell'autobus.

I genitori delle vittime e l'Università di Barcellona presentarono ricorso contro l'archiviazione e l'inchiesta è stata riaperta. 

Oggi l'autista del bus è stato finalmente interrogato dal giudice istruttore come persona indagata, nonostante avesse chiesto un rinvio perchè affetto da una bronchite acuta.

Rispondendo alle domande del giudice, il conducente avrebbe ammesso di non ricordare molto della dinamica dell'incidente ma ha anche dichiarato che aveva rispettato i tempi di riposo prima di mettersi alla guida, che non aveva consumato nè alcol nè droga e che non stava usando il cellulare quando ha perso il controllo del mezzo. L'uomo ha negato di essersi addormentato mentre era al volante.

Al termine dell'interrorgatorio, il giudice non ha preso provvedimenti contro l'autista pur confermando la sua condizione di indagato. Il legale dell'uomo ha annunciato che, chiuse le indagini, presenterà istanza di archiviazione a nome del suo cliente.