Cronaca

Consip, Orlando chiede verifiche sui carabinieri

Il ministro della Giustizia ha chiesto alla procura di Napoli informazioni sull'operato degli investigatori nell'inchiesta sulla centrale appalti

Il guardasigilli ha deciso di intervenire nella vicenda Consip, la centrale appalti della pubblica amministrazione, ma ha anche subito chiarito le ragioni della sua mossa. Sul caso Consip, ha detto, "noi non dobbiamo attivare alcunché: abbiamo soltanto chiesto chiarimenti per sapere quali sono, se ci sono, elementi di disfunzione nel rapporto con la polizia giudiziaria perché non c'è alcun elemento ad oggi di rilevanza nel comportamento della magistratura. Quindi il ministero non deve attivare alcuna procedura: deve semplicemente acquisire delle informazioni, e mi è sembrato giusto farlo". 

Parole pronunciate dal ministro, che è anche in corsa con l'ex premier Matteo Renzi e con il governatore pugliese Michele Emiliano per la segreteria del Pd, a margine di un incontro nella sede della ''Tnet'' di Camporotondo etneo.

Nei giorni scorsi l'inchiesta Consip ha conosciuto un allargamento del proprio raggio d'azione con le perquisizioni negli uffici della centrale appalti e l'acquisizione della documentazione che riguarda tutti e 18 i lotti di gara del super appalto Facility Managemente 4 da 2 miliardi e 700 milioni. In un primo momento, infatti, solo i tre lotti che interessavano l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo erano stati al centro dell'inchiesta. Romeo è in carcere dal primo marzo con l'accusa di corruzione di Marco Gasparri, dirigente Consip. 

Sempre nei giorni scorsi un altra vicenda ha cambiato il panorama dell'inchiesta, con l'iscrizione nel registro degli indagati del nome del capitano del Noe Giampaolo Scafarto, che avrebbe attribuito proprio a Romeo una frase su un incontro con Tiziano Renzi, il babbo dell'ex premier Matteo indagato per traffico di influenze illecite nell'inchiesta, quando a pronunciarla non sarebbe stato lui. 

Ora, l'intervento del ministro.