Cronaca

Cava di Paterno, per la Asl "non ci sono rischi"

L'indagine è stata condotta su 206 persone e evidenzia che il numero di persone colpite da tumore "è nella media". Ma il monitoraggio proseguirà

L'hanno ribattezzata "la cava maledetta". Perché in quella discarica a Paterno, frazione del Comune di Vaglia, usata per anni come stoccaggio di rifiuti, sarebbero stati depositati in maniera abusiva anche materiali contenenti metalli pesanti come piombo, rame, nichel e cromo.

Per questo, da tempo, la popolazione chiedeva con insistenza che venissero fatti tutti i controlli necessari a scongiurare ogni rischio.

Controlli che sono stati condotti dalla Asl su 206 persone che hanno risieduto nella frazione tra il 1995 e il 2013 e che sono ora stati resi noti dal sindaco Leonardo Borchi. Il primo cittadino ha voluto tranquillizzare la popolazione spiegando che l'incidenza tumorale nella zona è "nella media" mentre i decessi "pur essendo superiori alle attese rientrano nei margini di variabilità del fenomeno".

La nota congiunta di Comune e Asl evidenzia però due limiti che consigliano di proseguire l'osservazione nel tempo. Il primo è "la ridotta dimensione della popolazione studiata", il secondo "il ridotto intervallo tra il possibile inizio all'esposizione e l'evidenziazione del danno alla salute che, nel caso dei tumori, può richiedere intervalli temporali molto più lunghi".