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Cervi e cinghiali, danni per milioni

L'abbandono delle aree coltivate ha favorito la proliferazione degli ungulati, con danni ingentissimi all'agricoltura, all'ambiente e alle biodiversità.

Sono 340.000 gli ungulati in Toscana, cervi, daini, caprioli e soprattutto cinghiali proliferati negli ultimi anni per l'abbandono di ampie zone coltivate, collinari e montane, riconquistate così dal bosco. Ha fatto la sua parte anche il drastico calo dei cacciatori, scesi a meno di 87.000 nel 2012, la metà rispetto a vent'anni fa. Il problema è adesso limitare i danni, sempre piu' ingenti, provocati dagli animali, all'agricoltura in primo luogo, cereali, viti e olivi, ma non solo, come è emerso in un convegno organizzato dalla Regione sulle strategie per l'equilibrio naturale del territorio.

Nel 2007 i risarcimenti per danni della fauna selvatica arrivarono a due milioni e mezzo di euro, di cui un milione e 700.000 causati dai soli cinghiali. Nel 2011 queste cifre sono diminuite grazie a una serie di misure di contenimento. Che pero' non sono sufficienti secondo la Regione Toscana che, entro gennaio, presenterà una proposta di intervento basata soprattutto sul sistema di controllo.