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​Clima pazzo e la campagna toscana fiorisce

Gennaio troppo caldo con tre gradi di scarto rispetto alla media. A rischio le piante da frutto. Allarme degli allevatori a corto di fieno

Dopo il gennaio del 2007, quello del 2018 è stato il più caldo degli ultimi quarant'anni. E quei tre gradi in più di scarto rispetto alla media registrati, anche se possono apparire cosa da poco, sono in realtà il segno che i cambiamenti climatici ci sono e che i loro effetti sono più che rilevabili.

Lo dimostra in particolare la mancanza d'acqua su cui punta il dito Coldiretti Toscana che mette in guardia soprattutto sulla condizione delle campagne dove le piante da frutto hanno le gemme in fase di rigonfiamento, mentre alcune sono addirittura fiorite. Insomma, se i consigli tradizionali per gli agricoltori suggeriscono a febbraio di preparare i terreni al risveglio primaverile, il rischio ora è che la sveglia suoni troppo presto tanto che, spiega ancora Coldiretti, gli ortaggi in particolare si innaffiano come se fosse giugno. 

Le conseguenze sono pesanti perché i mandorli già in fiore e le gemme di peschi e albicocchi in fiore potrebbero essere falcidiati da un eventuale ritorno del freddo. Cosa non da escludere visto che in passato è accaduto. 

Per Coldiretti l'unica soluzione possibile è lavorare a un sistema che permetta di gestire il rischio in modo da tamponare gli effetti dei cambiamenti climatici. Perché gli sfasamenti delle stagioni non perdonano.