Attualità

Rifugiati siriani a scuola per imparare l'italiano

Al via un progetto improntato all'integrazione dei rifugiati ospitati nel Senese e promosso da Università per Stranieri, Caritas e Istituto Bandini

E' grazie alla collaborazione tra l'Università per Stranieri di Siena, la Caritas diocesana di Siena - Colle di Val d'Elsa - Montalcino e l'Istituto Bandini che le due famiglie di rifugiati siriani, arrivate lo scorso 28 novembre e che attualmente sono accolte dal centro Caritas di Arbia e di Colle di Val D'Elsa, hanno iniziato ieri un programma di alfabetizzazione per potere avviare un percorso efficace di integrazione.

L'attività si svolge il martedì e il giovedì dalle 11 alle 13 presso l'Istituto Bandini. I docenti sono la dottoressa Nasimi Aisha e il dottor Diego Lombardi coordinati dal professore Alfredo Stefanelli, preside dell'Istituto Bandini di Siena.

I bimbi saranno successivamente inseriti alla scuola materna, nel frattempo, nelle quattro ore di scuola previste per gli adulti, saranno custoditi da volontari (insegnanti del Bandini in pensione).

Le due famiglie erano arrivate all'aeroporto di Fiumicino con un gruppo di 35 rifugiati siriani con un volo da Beirut grazie ai corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant'Egidio e Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) in accordo con i ministeri dell'Interno e degli Esteri. Tra i profughi, provenienti dai campi della Bekaa e di Tel Abbas in Libano, circa la metà sono minori.
Ad accoglierli in Italia, oltre a Sant'Egidio e alle Chiese protestanti, la Caritas dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa - Montalcino, che sta ospitando le due famiglie composte una da un nucleo di 5 e uno di 4 persone. Sono tutte con bambini con patologie importanti.

"La rete di solidarietà che esiste a Siena - spiega il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena - Colle di Val D'Elsa - Montalcino - ancora una volta ha risposto in maniera encomiabile e per questo motivo ringrazio l'Università per Stranieri e l'Istituto Bandini per avere scelto di essere al nostro fianco nel programma di integrazione delle due famiglie siriane. Un segnale importante di solidarietà e di speranza per chi ha perso tutto".