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Con la testa a Firenze e il cuore a Parigi

La festa della Toscana si aprirà il 28 novembre con un ricordo delle vittime del terrorismo. Giani: "L'illuminismo francese contagiò Pietro Leopoldo"

Saranno le note di Roberto Cacciapaglia, pianista e autore dell'inno dell'Expo, ad aprire la quindicesima edizione della festa della Toscana. Dal palco del teatro La Pergola di Firenze le massime cariche della Regione, dal presidente della giunta Enrico Rossi a quello del Consiglio Eugenio Giani dedicheranno parole e pensieri alle vittime degli attentati terroristi di Parigi.

Un modo per rafforzare un'asse anche simbolica con i cugini d'oltralpe..

"Noi - ha detto il presidente Giani - dobbiamo pensare ai valori fondanti che la Francia ha espresso nella nostra comune casa europea. Allora pensiamo a cosa significò l'illuminismo, questa grande stagione della seconda metà del 700 che aprì il mondo alle idee fondate sulla ragione, non sui dogmi ideologici e religiosi e proprio da quel filone dall'Illuminismo nacquero le idee anche di Pietro Leopoldo, questo giovane diciottenne rampollo della casa regnante a Vienna, che era il secondogenito della coppia imperiale e che fu destinato ad essere guida del Granducato di Toscana".

Prima tra tutte queste idee quella di abolire nel 1786 la pena di morte.

"Penso - ha commentato Giani - che partendo da questo vivremo la 15° edizione della festa della Toscana, la quale dalle riforme di Pietro Leopoldo si interroga sulle riforme del domani".

Ma le celebrazioni non si concluderanno il 28. Il giorno successivo palazzo Panciatichi e l'adiacente palazzo Covoni, che il presidente Giani vorrebbe unire e chiamare palazzo del Pegaso, rimarranno aperti per accogliere le migliaia di persone che parteciperanno alla Firenze Marathon in programma domenica a Firenze.

Come ogni anno, poi, il 30 novembre ci sarà la seduta solenne del Consiglio regionale. Quest’edizione porterà l’esecuzione ‘dal vivo” della Filarmonica Rossini dell’inno della Toscana di Pietro Leopoldo – ‘ La Leopolda’ appunto -, accanto all’inno di Mameli e all’inno d’Europa. Tra gli interventi, quel giorno, anche quello di Paolo Cipriani, docente universitario, centrato sul ‘700, l’illuminismo e le riforme leopoldine.