Politica

Congresso Pd, pronti, attenti, via

La direzione del Pd ha approvato a maggioranza la mozione che riassume la proposta del segretario: congresso il prima possibile e poi (forse) elezioni

Sarà l'assemblea nazionale del Pd convocata a spron battuto forse già per sabato o domenica prossimi a stabilire tempi e modalità del congresso dem proposto dal segretario Matteo Renzi durante la direzione che si è svolta a Roma (vedi articoli collegati).

Congresso-lampo da celebrare il prima possibile, indicativamente entro due mesi, con primarie aperte per la scelta del segretario come avvenne nel 2013 ma senza tanti passaggi nelle sezioni e nei circoli territoriali o conferenza programmatiche. Esattamente quello che la minoranza interna, i candidati alla segreteria già in campo (Enrico Rossi, Michele Emiliano e Roberto Speranza) e, a sorpresa, il ministro Andrea Orlando, ritengono indispensabili per riconnettere il partito con gli elettori e scongiurare un'altra sconfitta alle urne. Anzi, "un altro frontale" per dirla con le parole di Orlando.

Al termine della direzione è stata votata e approvata dalla blindatissima maggioranza renziana la mozione che conteneva la proposta del segretario con 107 voti favorevoli contro 12 contrari e 5 astenuti. Quella elaborata invece dalla sinistra dem che chiedeva il congresso con tempi meno affannati confermando l'appoggio al governo Gentiloni fino al termine della legislatura, nel 2018, non è stata messa ai voti perchè considerata alternativa alla prima e quindi non votabile a norma di statuto.

"Si è chiuso un ciclo alla guida del Partito democratico" ha detto Renzi nel suo lungo intervento. E mentre lo spettro della scissione  volteggia sul Nazareno, la parola passa  all'assemblea per la prossima puntata del tormentone Casa Pd.