Attualità

La Toscana sulle barricate contro il deposito di rifiuti nucleari

I sindaci di Trequanda e Campagnatico contrarissimi all'ipotesi di ospitare l'impianto. Giani: "Scorie nucleari in zone Unesco: è una contraddizione"

Trequanda

Questa mattina la Sogin, società dello Stato incaricata dello smaltimento degli impianti nucleari italiani e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha pubblicato sul proprio sito la Cnapi, ovvero la Carta delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il nuovo deposito nazionale dei rifiuti radioattivi di bassa e media intensità, un investimento da 900 milioni di euro (vedi qui sottoml'articolo collehgato). "La Carta è un atto che il Paese aspettava da tempo - ha commentato su Twitter il ministro dell'ambiente Sergio Costa - Da troppi anni i rifiuti radioattivi sono stipati in siti provvisori. Pensiamo a tac, risonanze magnetiche o medicina nucleare: rifiuti che vanno messi in sicurezza".

Fra le 67 aree in questione ce ne sono due situate in Toscana, la prima a Trequanda, al confine fra la Valdichiana e la Valdorcia, e la seconda a Campagnatico, in Maremma. E il loro inserimento nella Carta ha sollevato un coro di proteste da tutto il fronte politico e istituzionale toscano.

In realtà le aree segnalate dalla Sogin possiedono solo una serie di requisiti logistici e funzionali per essere prese in considerazione per la localizzazione del nuovo impianto e sul sito della Sogin non c'è il minimo riferimento a decisioni già assunte, anzi, le aree toscane non sono neppure fra le 17 che hanno conquistato i punteggi più alti, tutte situate in Piemonte o nel Lazio. Ma ormai la mobilitazione contro il progetto è partita.

Il sindaco di Campagnatico Luca Grisanti si dice allibito, esterrefatto ma soprattutto assolutamente contrario allo stoccaggio di scorie nucleari all'interno dei confini comunali. Ma anche il territorio si schiera compatto per il no all'impianto, a partire dagli agricoltori di Coldiretti che chiedono di tutelare i territori di una regione, la Toscana, "al top per l'agricoltura green e bio con 16 prodotti Igp, 16 Dop e 461 prodotti riconosciuti tradizionali dal Ministero, con un forte e rinnovato impegno nel custodire semi, animali o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare". 

Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Trequanda Roberto Marchetti. “Si tratta di una proposta irricevibile e non negoziabile - ha commentato il primo cittadino - Trequanda lavora da anni sui temi della sostenibilità ambientale, sulla valorizzazione dei prodotti tipici e del turismo rurale. Siamo il primo Comune toscano iscritto nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici, in un territorio pieno di attrattive e che valorizza il proprio patrimonio storico, ambientale e culturale, anche attraverso riconoscimenti internazionali. L’inserimento di Trequanda tra i possibili siti della Carta, quindi, è in controtendenza con le scelte operate dalle nostre amministrazioni e dai sentimenti delle nostra comunità. Ci adopereremo in tutte le sedi opportune che il confronto democratico consente attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle nostre imprese, per dire no a una proposta che ci vede nettamente contrari”.

Anche il presidente della Regione Eugenio Giani ha preso posizione contro l'ipotesi di localizzare in Toscana la struttura, anche se con toni menoi drammatici.

"È contraddittorio valorizzare scenari paesistici che, come nel caso della Val d'Orcia, diventano patrimoni mondiali dell'Unesco e prevedere poi depositi di scorie di materiale radioattivo nucleare, pur frutto di lavorazioni medicali - ha scritto Giani su Facebook - Sono convinto che il Governo si ricrederá sull'utilità delle scelte ipotizzata: la bellissima Trequanda ai confini della Val d'Orcia o l'affascinante Campagnatico immerso nei tratti più belli della Maremma costituiscono un valore ambientale unico al mondo".

“Comprendiamo la necessità di realizzare un deposito unico per i rifiuti radioattivi italiani, di bassa e media attività, scelta necessaria e trasparente che tende a trovare una risposta efficiente alla collocazione di rifiuti prodotti quotidianamente, anche in ambito medico, facendo emergere un problema lasciato nell'ombra per molto tempo n- ha sottolineato l'assessore regionale all'ambiente Monia Monni - Tuttavia, in attesa di ulteriori comunicazioni ufficiali, affermiamo la nostra netta contrarietà alle possibili localizzazioni toscane, contrarietà che faremo valere in tutti i luoghi deputati e con tutti gli strumenti utili, a partire dalla consultazione pubblica prevista per individuare il sito più idoneo. Il nostro territorio vive di bellezza, di turismo e di agricoltura di pregio e, per valorizzarli ulteriormente, ha fatto la scelta di investire su un futuro fatto di ambiente, rinnovabili ed economia circolare. Ribadiamo dunque, e lo affermeremo in ogni luogo e con ogni strumento previsto e necessario, che ĺ'ipotesi di localizzazione in Toscana ci vede fermamente contrari poiché in contrasto con la nostra storia, la nostra vocazione e la nostra idea di futuro”.