Attualità

La "Deposizione" torna a Sansepolcro dopo 7 anni

L'opera cinquecentesca, capolavoro di Rosso Fiorentino, è stata oggetto di un lungo e complesso intervento di restauro

Dopo un lungo e complesso intervento di restauro, ha fatto ritorno a Sansepolcro la preziosa pala della Deposizione di Cristo, capolavoro cinquecentesco di Rosso Fiorentino, che aveva lasciato il capoluogo valtiberino 7 anni fa per essere affidato agli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

La principale criticità nell'opera, spiega una nota, era dovuta "Ai numerosissimi sollevamenti diffusi sull’intera superficie, causati dall’estrema rigidità del supporto ligneo, rigidità dovuta a un precedente intervento di restauro, avvenuto probabilmente tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 dopo il terremoto che colpì Sansepolcro nel 1789. Infatti a seguito di questa calamità furono aggiunte cinque traverse in legno di pioppo avvitate sul supporto, che hanno ostacolato i naturali movimenti del legno, e le forze così scaturite si sono ripercosse sul fronte del dipinto creando i sollevamenti".

L'intervento dell'Opificio delle pietre dure ha interessato in prima battuta la struttura con la rimozione meccanica dell’ammannitura e delle cinque traverse non originali. Una volta completato il risanamento del tavolato, le due traverse originali sono state rifunzionalizzate mediante un sistema a molle che asseconda, controllandoli, i naturali movimenti del legno. Si è poi proceduto al restauro degli strati pittorici. Un'operazione complessa ed eseguita per step che oggi ha permesso all'opera di tornare a nuova vita.

Il restauro, complice anche il periodo legato al Covid, si è concluso nel Maggio scorso. “Il complesso intervento di restauro ha permesso di restituire la completa leggibilità a un testo fondamentale nello svolgimento della pittura della prima Maniera italiana – spiega Sandra Rossi, Direttore del Settore di restauro dei dipinti mobili, Opificio delle Pietre Dure -. Le indagini sulla tecnica pittorica dell’artista ne hanno, infatti, rivelato l’espressività e la modernità fuori dal comune: una pennellata caratterizzata da un tratteggio incrociato continuamente spezzato, quasi grafico. Sono emersi, inoltre, interessanti dettagli operativi come l’utilizzo della tecnica detta ‘al risparmio’ che, lasciando intenzionalmente a vista il fondo cromatico bruno, lo rende elemento figurativo. Il restauro ha, infine, svelato commoventi dettagli, come la presenza di una piccola margherita in primo piano, da tempo non più visibili a causa delle precarie condizioni di conservazione della pellicola pittorica”.

Il vescovo Andrea Migliavacca esprime soddisfazione per il ritorno dell'opera a Sansepolcro, "Frutto di un lavoro in sinergia di diversi enti". "È motivo di soddisfazione e anche significativo perché viene ricollocato in prossimità della Settimana Santa. Questo dipinto - commenta il vescovo- presentandoci proprio la deposizione di Cristo, è un grande invito a riscoprire la bellezza dell’arte nella nostra Diocesi e insieme a viverla come proposta di meditazione”.