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Dipendenti morosi, si cerca la mediazione

Il Comune chiederà i soldi indietro a 3233 lavoratori che hanno percepito illegittimamente un salario accessorio solo se costretto

Entro i prossimi tre mesi la vicenda della messa in mora dei tremila dipendenti comunali che tra il 2003 e il 2012 hanno beneficiato di indennità aggiuntive definite illegittime dagli ispettori del ministero dell'Economia potrebbe concludersi.

Nel momento in cui la Cassazione farà piena chiarezza sull'obbligatorierà o meno per l'amministrazione comunale di Firenze di recuperare i crediti avanzati nei confronti dei lavoratori, la Giunta guidata da Dario Nardella potrebbe ritirare le 3233 lettere di messa in mora inviate nel luglio del 2013 con cui venivano concessi 72 mesi di tempo ai dipendenti pubblici per mettersi in regola saldando il proprio debito.

Si tratta di una questione complessa su cui ha provato a fare chiarezza l'assessore al personale Federico Gianassi, dopo l'interrogazione presentata dal consigliere comunale di Sel ed ex candidato sindaco Tommaso Grassi, che ha chiesto all'amministrazione se intenda confermare o meno l'intenzione di revocare le lettere di messa in mora dei dipendenti comunali, così come disposto da una mozione approvata sul finire dello scorso mandato.

"Revocare ora le lettere di messa in mora potrebbe essere controproducente - ha spiegato Gianassi - ma l'intenzione dell'amministrazione non è quella di rivalersi direttamente sui dipendenti". In sostanza significa che se la magistratura, sia quella ordinaria che quella contabile, non dovesse costringere Palazzo Vecchio a recuperare i 9 milioni di euro di crediti avanzati prelevandoli direttamente dai lavoratori interni, le lettere di messa in mora saranno revocate.