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Don Ciotti: "Rimpatrio dei migranti? Una vergogna"

Il fondatore di Libera invita la politica a "governare, non respingere". E torna sul legame tra mafia e corruzione: "Sono facce della stessa medaglia"

"Provo tanto dolore e un po' di vergogna". Questi i sentimeni che la proposta di rimpatriare i migranti che arrivano sulle coste dell'Italia suscita nella coscienza di don Luigi Ciotti. Un rifiuto netto, che il fondatore e presidente della associazione "Libera Antimafia" lancia da Firenze, a margine della sua partecipazione alle "Giornate del lavoro" della Cgil. 

"Il problema migratorio non si risolve respingendo ma governando il processo" ha aggiunto Ciotti, chiamando tutti i soggetti a lavorare assieme alla soluzione dei problemi (Ue comprese), ma alnciando anche un invito ailla politica:  "Non dobbiamo scaricare tutto sull'Italia, promettendo delle cose che poi non vengono realizzare".

Non solo si immigrazione ha però parlato il presidente di "Libera". A pochi giorni dallo scoppio dell'inchiesta bis su "mafia Capitale" è tornato sa parlare dei rapporti tra politica e criminalità: "Mafia e corrruzionesono le facce della stessa medaglia del nostro paese", ha detto, riferendosi all'inchiesta bis su "Mafia Capitale": "Un sistema trasversale che ha coinvolto tutti" ha detto, convinto che la risposta debba essere collettiva. Non solo però della società civile, ma anche del Parlamento. Un esempio? "Una legge più forte sulla corruzione e sull'auto riciclaggio".