Cronaca

"E' assurdo perdere un figlio così"

Lo ha detto il padre di Niccolò Fanfani, il 30enne morto il 4 agosto alla stazione Santa Maria Novella di Firenze investito da un treno in partenza

La famiglia e l'avvocato hanno voluto incontrare la stampa per illustrare le proprie perplessità sulla vicenda. "Che Niccolò abbia fatto qualcosa di imprudente e che non fosse lucido è pacifico, ma dobbiamo valutare se vi sia stata una responsabilità di qualcuno". Lo ha detto l'avvocato Massimiliano Manzo, legale della famiglia di Niccolò Fanfani, investito da un treno: Niccolò è caduto dopo essersi appeso dall'esterno a un finestrino del convoglio in partenza. 

"Bisogna valutare se ci dovevano essere una prevenzione e un controllo - ha spiegato Manzo -. E' stata una morte assurda. Niccolò non si è gettato sotto un treno in corsa, ma è finito sotto un convoglio che stava partendo da una stazione. Che avesse bevuto un po' di più per festeggiare una novità aziendale è pacifico. Ma proprio per questo doveva esserci una maggiore tutela. Poteva esserci un bambino che ha perso la madre o una persona invalida mentale: dovevano esserci più controlli. Episodi del genere non si devono più verificare. Non stiamo cercando un capro espiatorio - ha aggiunto il legale - ma vogliamo capire cosa è successo e se si poteva evitare. E' normale che un treno parta con un ragazzo attaccato al finestrino? E' incomprensibile che nessuno sia intervenuto". 

"Mio figlio era un ragazzo d'oro, che non mi ha mai dato problemi - ha detto il padre di Niccolò, Vanni FanfaniE' assurdo perdere un figlio così'". 

Il padre ha ricordato che quel giorno Niccolò aveva accompagnato alla stazione un collaboratore, dopo aver festeggiato l'apertura di una nuova sede della sua azienda, che si occupa di consulenza sui consumi energetici: "Il collaboratore di mio figlio mi ha raccontato che stavano parlando prima che si chiudessero le porte - ha spiegato il padre -, poi si è messo a sedere nel vagone. Il resto lo ha saputo dopo".