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Edilizia e mafia, sei arresti per false fatture

L'organizzazione sgominata dalla Finanza ha inoltre operato, in subappalto e con prestanome, in cantieri privati e pubblici fra cui i Grandi Uffizi

L'associazione aveva base operativa nel Valdarno ed era guidata da un uomo di 64 anni, G.P., ora in carcere insieme a due prestanome e a tre gestori di fatto delle otto società coinvolte. Fra queste due imprese edili toscane intestate a prestanome 'puliti' che consentivano di aggirare i controlli anti-mafia.
Il giro di false fatture ha superato, dal 2007 ad oggi, i 10 milioni di euro con un'evasione di 3 milioni. I pagamenti fra società avvenivano regoalarmente ma poi i soldi tornavano al mittente in contanti o tramite assegni circolari e, su ogni operazione fittizia, la società che emetteva la fattura guadagnava una percentuale del 4% di cui una quota parte finiva direttamente al clan dei casalesi.
La Guardia di Finanza ha sequestrato immobili, auto, quote societarie e conti correnti per oltre 11 milioni di euro.
Le due