Attualità

La telemedicina in tre penitenziari toscani

Un progetto sperimentale per diagnosticare patologie cardiache che coinvolgerà le tre case di pena di Pisa, Porto Azzurro e Gorgona

Casa di reclusione di Porto Azzurro

La telemedicina sarà attivata in tre strutture penitenziarie della Toscana grazie alla sperimentazione del teleconsulto per diagnosticare patologie cardiache, che sarà presentata nelle prossime settimane al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.  

Un progetto nato dalla stretta collaborazione fra Ordine degli avvocati di Pisa, Scuola Forense dell' Alto Tirreno e Fondazione ''Gabriele Monasterio'', con il Provveditorato toscano dell'amministrazione penitenziaria. 

"La sperimentazione del progetto denominato ''Cuore di tutti' - hanno spiegato i promotori - coinvolgerà la casa di reclusione maschile di Porto Azzurro all' Elba (circa 300 detenuti), il centro clinico del carcere Don Bosco di Pisa, che ha anche una sezione femminile e la casa di reclusione sull'isola di Gorgona.

Obiettivo è quello di evitare, almeno in una prima fase, il trasferimento di detenuti in altre strutture sanitarie, se non in condizioni di effettiva emergenza clinica, e attuare così un' attività di prevenzione delle patologie cardiovascolari. Grazie a questo sarà realizzato "uno studio scientifico sulle condizioni sanitarie dei detenuti e degli operatori penitenziari per individuare un protocollo di monitoraggio delle loro condizioni di salute". 

Secondo il Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria di Toscana e Umbria, Antonio Fullone, il progetto "contribuirà a migliorare la vita dei detenuti, consentendo diagnosi maggiormente approfondite con la tempistica necessaria". Il progetto è supportato anche dal garante nazionale dei detenuti, Emilia Rossi.