Attualità

Islamici partecipano alla messa in carcere

Un gruppo di detenuti di fede islamica ha partecipato alla messa celebrata da don Francesco nel carcere di Porto Azzurro

Si sono scambiati un vero segno di pace i fedeli islamici e cristiani che sabato 13 agosto hanno partecipato insieme alla messa celebrata da don Francesco, parroco del carcere di Porto Azzurro.

Un segno di solidarietà contro la violenza che non guarda alla fede, nè delle vittime nè dei criminali. Alla vera fede quantomeno. Ma che viene usata come una propaganda che durante quella messa, tutti insieme, hanno rifiutato. Una presenza discreta che ha sottolineato la loro solidarietà verso i cristiani che in questi ultimi tempi subiscono persecuzioni e violenze. 

Così anche a Porto Azzurro, è stato accolto l'invito delle comunità islamiche francesi e italiane di partecipare alle celebrazioni cattoliche. Dopo l'omelia, don Francesco ha dato la parola a un rappresentante degli islamici presenti: "Partecipiamo – ha esordito - per essere vicini a voi cristiani, vittime delle violenze di questo tempo. Gli autori delle violenze non sono veri musulmani. Il musulmano ama la pace, non fa male agli altri, vive, lavora e prega in tranquillità". 

E' stata ribadita la condanna del terrorismo che, in nome di Dio, infanga l'islam e alimenta l'odio fra uomini religiosi (ebrei, cristiani e musulmani) che hanno un padre comune, Abramo. 

Ha poi aggiunto: "Ha ragione papa Francesco: le guerre non sono guerre di religione, ma guerre di interessi economici, di conquista e di potere". Ha poi evidenziato una verità di fatto, sottolineata anche da don Francesco (che è stato missionario in un Paese africano con il 90% di islamici e il 10% di cristiani): "In tanti Paesi, musulmani e cristiani vivono insieme da secoli in modo pacifico. Si sposano fra loro, cooperano nel lavoro, vanno a scuola insieme, si ritrovano nei luoghi di svago, sport e divertimento".