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Tumore al colon retto, esercizio fisico per ridurre le recidive

Uno studio internazionale durato dieci anni ispira il nuovo progetto dedicato ai pazienti già sottoposti alla chemioterapia preventiva

L'ospedale San Giuseppe di Empoli

Assicurare ai pazienti che hanno dovuto affrontare un intervento chirurgico dopo la diagnosi di tumore al colon retto un'opportunità in più per vivere meglio e diminuire le possibilità di recidive. Con questo obiettivo, all'ospedale San Giuseppe di Empoli è stato dato il via al progetto per l'esercizio fisico strutturato nel reparto di Oncologia.

Lo scopo, come spiegato dall'Ausl Toscana centro, è quello di portare nella pratica quotidiana ciò che la ricerca internazionale sta dimostrando. Il punto di partenza, infatti, è uno studio pubblicato dagli specialisti dell'Università di Alberta in Canada sul New England Journal of Medicine: un lavoro durato più di dieci anni, condotto in 55 centri e con 889 pazienti che avevano appena concluso la chemioterapia post intervento chirurgico.

Lo studio ha confrontato un percorso strutturato che prevedeva un'attività fisica per tre anni con uno in cui è stato fatto solo un intervento iniziale di educazione sanitaria. Chi ha seguito il programma di attività fisica è vissuto più a lungo ed ha avuto meno recidive, senza un aumento di eventi avversi. I ricercatori hanno spiegato che il beneficio dipende dai cambiamenti biologici che il movimento è in grado di attivare nell'organismo.

Così, sulla scorta di queste evidenze, è nato il progetto empolese coordinato dalla dottoressa Francesca Martella, direttrice della Oncologia medica dell'ospedale, e dedicato a donne e uomini operati per un tumore del colon e poi sottoposti a chemioterapia preventiva. Il Gruppo oncologico multidisciplinare dei tumori gastrointestinali, coordinato dalla chirurga Silvia D'Amico e dall'oncologo Claudio Marinozzi, è responsabile dell'identificazione, motivazione e follow up dei pazienti.