Il volto di una donna emerge da uno squarcio, una ferita che si apre su uno spazio nuovo. Lo tiene con una mano, come per guardare oltre. E' un quadro che parla di coraggio e ripartenza quello donato al reparto di oncologia medica dell'ospedale San Giuseppe di Empoli da Sonia, che in quel percorso di cura ha camminato in prima persona.
Un'opera d'arte che vuole essere un ringraziamento ma anche un invito a guardare oltre la malattia.
Il quadro è stato scoperto oggi durante una breve cerimonia a cui hanno partecipato la direttrice dell’Oncologia Medica Francesca Martella, il dirigente medico della Direzione sanitaria dell’ospedale Giuseppe Carello e il dottor Pier Giorgio Giannessi vicedirettore dell’Oncologia Medica.
L’opera nasce come segno di gratitudine verso il luogo che l’ha accolta e accompagnata dopo la diagnosi, tre anni fa. Un luogo che negli ultimi anni ha visto crescere in modo importante il numero delle persone prese in carico e che lavora grazie alla collaborazione costante con Chirurgia generale, Chirurgia senologica, Ginecologia e Centro Donna.
"Negli ultimi anni il nostro percorso oncologico è cambiato molto, con un aumento degli accessi che ha richiesto ancora più coordinamento tra le diverse specialità. Parliamo di una crescita notevole, con un incremento degli accessi di circa l'80 per cento dal 2022 a oggi", afferma Francesca Martella, direttrice dell’Oncologia Medica e del Centro Donna.
"Questo quadro trova spazio in un ambiente dove le donne affrontano momenti complessi. Un gesto che rende ancora più accoglienti i nostri luoghi e ricorda il valore del rapporto tra chi cura e chi si affida".
Sonia racconta così la sua scelta: "Ho sempre pensato a una donazione per l’ospedale. È il mio modo per dire grazie. Quando arriva una diagnosi ci sentiamo fragili e ci affidiamo totalmente ai medici. A me è stata data una nuova possibilità e questo conta. La scoperta della malattia è avvenuta grazie allo screening, per questo invito tutte le donne a partecipare alle campagne di prevenzione".
Per l’ospedale, il gesto della donatrice ha anche un significato più ampio, legato alla comunità che lo sostiene. "Donazioni come questa mostrano quanto il territorio senta l’ospedale come un bene comune", osserva Giuseppe Carello. "Questo legame è fondamentale. Rafforza la fiducia, crea vicinanza e fa percepire la struttura pubblica come un riferimento vero per chi vive nell’area", conclude.