Cronaca

Un amico di Erika consumò le stesse pasticche

L'amico è uno dei tre indagati nell'inchiesta sulla morte della studentessa di 19 anni avvenuta in discoteca dopo aver accusato un malore

Le stesse pasticche di ecstasy prese da Erika la notte in cui è morta sono state assunte anche dall'amico indagato nell'inchiesta e fornite dallo stesso pusher, un nordafricano che è ancora irreperibile. 

Questa la novità emersa dalle indagini portate avanti dai carabinieri per ricostruire le cause che hanno portato alla morte la studentessa di 19 anni di Livorno Erika Lucchesi, morta per un malore la notte del 19 ottobre nella discoteca Jaiss a Sovigliana di Vinci.

L'amico di Erika risulta indagato per la morte della diciannovenne con le accuse di spaccio e morte in conseguenza di altro reato. Stessa accusa anche per gli altri due indagati, lo spacciatore e la legale rappresentante della discoteca.

Sempre secondo quanto emerso, l'amico di Erika avrebbe acquistato le pasticche di ecstasy dal pusher, poi le avrebbe sia consumate personalmente che cedute alla giovane. I carabinieri stanno accertando anche se a uccidere Erika sia stata la quantità di pasticche assunte dalla giovane, tra le tre e le quattro, oltre ai danni causati all'organismo dalla droga. Si attendono adesso i risultati tossicologici dopo l'autopsia che, secondo quanto emerso, avrebbe confermato una intossicazione da stupefacenti.