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Fegato, primo prelievo al mondo con i Google Glass

L'intervento è stato eseguito nei giorni scorsi nelle sale operatorie di Careggi da due chirurghi dell'azienda ospedaliero-universitaria Pisana

Foto da grognards2011.blogspot.com

Si chiamano Emanuele Balzano e Davide Ghinolfi e fanno parte dell'Unità operativa di Chirurgia epatica e del trapianto di fegato dell'azienda ospedaliero-universitaria Pisana diretta da Franco Filipponi. Sono loro i "pionieri" del prelievo di fegato utilizzando la tecnologia "Google Glass" all'interno di un progetto realizzato a Careggi in collaborazione con OTT (Organizzazione Toscana Trapianti) e AIDO Toscana (Associazione Italiana Donatori d'Organo e Tessuti).

"Le nuove tecnologie sono di grande aiuto alla sanità, perché consentono di curare sempre meglio i nostri pazienti" è il commento dell'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni che, congratulandosi coi due chirurghi, si è detto speranzoso che "l'utilizzo di questa nuova tecnologia possa diffondersi presto in altre realtà della Toscana".

Il progetto, secondo quanto spiegato, ha permesso attraverso i Google Glass di registrare le fasi salienti della procedura di prelievo con la stessa visuale dell'operatore, "allo scopo di trasmettere informazioni atte a migliorare la qualità e la sicurezza del percorso trapiantologico".

"Le équipe di prelievo d'organo in Italia - ha spiegato Emanuele Balzano - a volte operano in condizioni precarie. Il supporto tecnologico permette di trasmettere e ricevere informazioni utili in tempo reale, ottimizzando il processo anche dal punto di vista dei costi".

Senza dimenticare anche la finalità "didattica" dell'utilizzo di una simile strumentazione, che consentirà di poter migliorare la formazione dei chirurghi prelevatori, anche grazie alla qualità delle immagini registrate.

Grazie ai Google Glass, infatti, è stato possibile nel corso dell'intervento scattare foto, fare video e condividere i dati in tempo reale semplicemente con un comando vocale, permettendo quindi al chirurgo di avere le mani libere, senza mai toglierle dal campo operatorio sterile. Non di meno, le immagini registrate e inviate in tempo reale da Firenze a Pisa hanno permesso di effettuare una "valutazione macroscopica del fegato" riducendo i cosiddetti tempi di ischemia e ottenendo un miglior risultato.