Attualità

Positivi al Covid e sommersi dai pannolini sporchi

L’odissea di una famiglia con due bambini piccoli in isolamento domiciliare. In casa dieci sacchi di spazzatura che nessuno ancora passa a ritirare

Venti giorni di isolamento per positività al Covid  con i bambini piccoli in casa e dieci sacchi da condominio pieni di spazzatura sul balcone che ancora nessuno ha ritirato. Dentro? La normale immondizia prodotta da una famiglia di quattro persone con il surplus dei pannolini usati che non possono essere gettati nel cassonetto, come previsto dalle regole per i pazienti positivi in isolamento domiciliare.

Risultato: una montagna di immondizia che lievita di giorno in giorno in attesa del ritiro promesso da Alia, l’azienda che gestisce lo smaltimento dei rifiuti nelle aree di Firenze, Prato e Pistoia, ancora non effettuato. Insomma, un incubo.

“Con i bambini in casa e almeno cinque cambi di pannolino al giorno si fa presto a riempire un normale sacchetto della spazzatura - spiega Silvia, mamma in isolamento da quasi tre settimane con tutta la famiglia - moltiplicate questo per venti giorni e il risultato è che fuori dalla finestra abbiamo una discarica”.

Una storia infinita partita a inizio novembre con il primo tampone positivo seguito a ruota dagli altri che hanno fatto scattare la quarantena per l’intero nucleo familiare: “Ci siamo chiusi dentro a doppia mandata e da allora non siamo più andati a buttare i sacchi della spazzatura”.

Il problema ben noto (vedi articoli collegati), però, è che le richieste che continuano ad arrivare ad Alia sono centinaia: “Abbiamo chiamato almeno tre volte dopo il primo contatto con cui è partita la richiesta di ritiro a domicilio dei rifiuti e gli operatori, sempre gentilissimi, ci hanno detto ogni volta di avere sollecitato la nostra pratica e di avere pazienza”.

Quando, finalmente, è arrivato l’incaricato di Alia con i sacchi di colore rosso da mettere fuori dalla porta e destinati ai rifiuti dei positivi al Covid, la speranza di liberarsi subito dell’immondizia è di nuovo sfumata: “Il calendario prevede che debbano passare almeno 48 ore dalla consegna dei sacchi prima che qualcuno passi a ritirarli fuori dalla tua porta. Il ritiro è previsto due giorni alla settimana e noi, per il vincolo delle 48 ore, saremo costretti ad aspettare il giorno più lontano. Abbiamo chiesto se fosse possibile accelerare i tempi ma non c’è stato modo”.

Intanto la montagna di spazzatura in casa cresce e con essa anche l’angoscia di doversela tenere ancora lì.