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Torrente invaso dalle mascherine 5 anni dopo il Covid

Sono oltre 500 quelle raccolte nell'ultimo anno dai volontari della Fondazione Angeli del Bello, che ogni mattina presidiano le sponde del Mugnone

Lise e consumate dal tempo, ma ancora presenti sotto forma di rifiuti. A cinque anni dall'inizio della epidemia di Covid-19, l'ambiente continua a restituire ciò che l'uomo ha abbandonato e in questo caso tante, numerosissime mascherine sanitarie: sono oltre 500 quelle raccolte nell'ultimo anno nell'area del torrente Mugnone dai volontari della Fondazione Angeli del Bello, in particolare lungo il tratto da viale Redi alle Cascine, il più frequentato e purtroppo anche il più colpito dall’abbandono dei rifiuti.

"Se in un tratto così limitato recuperiamo più di 500 mascherine - sottolineano dalla Fondazione- significa che migliaia finiscono altrove, nell’Arno e poi in mare. Non è solo un problema estetico: parliamo di un pericolo reale per la fauna e la flora dei corsi d’acqua urbani".

Ogni mattina, dalle 7 alle 9, tre volontari presidiano le sponde del Mugnone. La domenica mattina, dalle 9 alle 12, il gruppo cresce con una decina di presenze costanti. A questo si aggiungono le giornate speciali di volontariato civico e aziendale, che portano lungo il fiume tra le 50 e le 100 persone. È grazie a questo impegno continuo che le sponde del torrente vengono liberate dai rifiuti che si accumulano dopo le piene e gli scarichi provenienti dai comuni a monte.

"Il Mugnone - aggiungono dalla Fondazione Angeli del bello- non è solo un canale di scolo: è un ecosistema vivo, che ospita anatre e numerosi animali acquatici. La presenza costante di mascherine e rifiuti mette a rischio questo patrimonio naturale, oltre a compromettere la qualità degli spazi urbani più frequentati dai cittadini".