Ventisei milioni di euro, questa la cifra dell'evasione fiscale scoperchiata dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia. Nei guai sono finite sei persone, due reggiani, tre della provincia di Catania e una di Firenze, accusati a vario titolo, per reati fiscali, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Nell'operazione della Guardia di Finanza denominata ''Aracne'' a finire nei guai una grossa società di Rolo, nella Bassareggiana, che lavora nel settore della logistica di capi di abbigliamento.
Il sistema veniva realizzato attraverso la costituzione e la gestione di un reticolo di cooperative alle quali, attraverso due consorzi, venivano appaltati importanti servizi: dal confezionamento alla spedizione fino al carico e scarico di merci, proprio da parte della società ispezionata.
I consorzi e le coop stesse erano però soggetti fittizi non avendo sede effettiva, struttura operativa e neppure la disponibilità di veicoli: secondo gli accertamenti portati avanti dalla Finanza, erano costituiti solo al fine di far risultare formalmente i dipendenti che di fatto lavoravano nella società “madre”. Un sistema sia di evadere le imposte attraverso l’uso sistematico di fatture false, ma anche di non versare i contribuiti previdenziali e assistenziali dei lavoratori delle coop fantasma.