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Caldo e cinghiali, le uve toscane sotto scacco

Le alte temperature anticipano la maturazione dei grappoli che attraggono caprioli e cinghiali assetati. Danni stimati per venti milioni di euro

Le uve toscane sono ottime ma il caldo di questi giorni sta mettendo a dura prova le coltivazioni. In parte perché le elevate temperature anticipano la maturazione dei chicchi, in parte perché la mancanza di acqua attrae gli animali assetati che attaccano le piante. Da qui la stima di Confagricoltura secondo cui il danno per la produzione di vino in Toscana quest'anno si aggirerà intorno ai venti milioni. 

"La situazione è disastrosa perché anche i sistemi di recinzione che gli agricoltori hanno predisposto intorno alle vigne, oltre ad avere un impatto notevole sul paesaggio, funzionano in maniera molto marginale – ha detto Francesco Colpizzi, presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana - Il numero degli ungulati cresce in modo esponenziale e in mancanza d'acqua affrontano anche le barriere che dovrebbero tenerli lontani per andare a prendere i frutti. Anche l'impiego di repellenti, in queste condizioni, rappresentano una forma di prevenzione dissuasiva con modesti risultati".

Ora gli agricoltori stanno facendo il possibile per salvare il salvabile, spiega ancora Confagricoltura. "Bisogna sperare che dopo questa ondata di caldo le piante possano avere un po' di ristoro. In alcune zone il processo di maturazione è in anticipo di almeno venti giorni, ma l'arrivo della pioggia sarebbe essenziale per conseguire una maturazione equilibrata".