Attualità

Camperistica toscana, spinta dalla pandemia e frenata dalla guerra

Il settore della camperistica è un'eccellenza della Toscana per qualità del prodotto, esportato in tutta Europa, e per quantità di posti di lavoro

In Toscana il settore automotive specializzato nella costruzione di camper e caravan rappresenta una eccellenza per qualità del prodotto, esportato in tutta Europa, ma anche per quantità intesa in termini di occupazione diretta e indotto, circa 8.000 posti di lavoro.

La pandemia da Coronavirus ha dato una nuova spinta al settore ma la guerra in Ucraina ha impresso una frenata che rischia di mettere in crisi il comparto. Tanta domanda ma poca offerta.

L'epidemia di Coronavirus ha provocato danni al settore, tra lockdown e contagi, ma in termini di mercato ha favorito un aumento della domanda dovuto ad un ritorno al turismo libero e all'aria aperta. Una reazione dovuta alla riscoperta della vacanza intima che ha riportato a considerare camper e caravan come case viaggianti, tra la villeggiatura degli anni '70 e gli alberghi diffusi degli anni 2000. 

Più camper ma poche piazzole attrezzate. La conferma del rilancio della camperistica è arrivato dalle amministrazioni pubbliche, soprattutto i piccoli borghi dove i sindaci hanno messo mano ai piani urbanistici per poter realizzare nuovi parcheggi con aree sosta per camperisti, anche e soprattutto attingendo a finanziamenti regionali e statali. Nuovi cantieri che inevitabilmente rientrerebbero nell'indotto della camperistica.

La guerra in Ucraina ha frenato e frantumato il riassestamento del mercato dell'automotive in tutta Europa e in Italia il colpo è stato accusato soprattutto in Abruzzo e in Toscana, come sottolinea Iuri Campofiloni responsabile Fiom Cgil per il settore della camperistica.

"Il settore stava vivendo una stagione di straordinaria espansione del mercato, ma attualmente è bloccato dalla crisi dell’automotive, che impatta la produzione degli chassis, come la crisi dei semiconduttori e dell’elettronica. Inoltre, ci sono grosse criticità legate al superamento dei motori endotermici, nell’ottica della transizione ecologica, e alla creazione di uno stabilimento in Polonia, gemello a quello di Atessa in Abruzzo che fornisce gli chassis Ducato, quelli maggiormente utilizzati in tutto il distretto".

La Fiom ha chiesto un tavolo di confronto a livello regionale e statale al Ministero dello Sviluppo Economico per avere informazioni "sulla missione produttiva del nuovo stabilimento polacco, su come avverrà la transizione ecologica visto che i camper sono prevalentemente alimentati a diesel, su quali sarebbero le conseguenze sul mercato italiano qualora l’ibridazione dei veicoli facesse aumentare il peso degli stessi oltre le 3,5 tonnellate limite consentite dalla patente B, se ci saranno ammortizzatori sociali ad hoc pensati per far fronte alla transizione ecologica, se Ssi potrà rafforzare i contratti di solidarietà espansivi e rimuovere il limite di 24 mesi ogni quinquennio mobile e se è previsto un piano di sviluppo che garantisca la centralità italiana nella produzione di chassis per la camperistica".

Il coordinamento della camperistica Toscana Fiom Cgil, ha inviato una lettera a Fim Cisl e Uilm Uil, alle strutture regionali e provinciali, per convocare un attivo regionale del settore.