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Cava Fornace, mozione di sfiducia per Fratoni

Mozione di sfiducia per l’Assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni protocollata in Consiglio regionale, primo firmatario Giacomo Giannarelli

Una mozione di sfiducia per l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni è stata protocollata oggi in Consiglio regionale, primo firmatario Giacomo Giannarelli, presidente del gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle. Il motivo è la mancata chiusura della discarica Cava Fornace, a Montignoso.

La discarica, nata per raccogliere gli scarti della lavorazione del marmo, oggi raccoglie anche terre di scavo o bonifica e amianto da tutta Italia.

“Sulla discarica di Cava Fornace – spiega Giannarelli - l’assessore Fratoni tradisce l’indicazione politica del Consiglio regionale, che con ben due mozioni aveva chiesto la chiusura della discarica. Già nel 2017 il MoVimento 5 Stelle si attivò in Consiglio regionale per chiederne la chiusura. Poiché lo stesso Assessore ha dichiarato che non è possibile chiudere Cava Fornace, è evidente che debba o dimettersi di sua spontanea volontà o essere dimessa dal Presidente Rossi. Fratoni disattende le precise volontà dell’Assemblea consiliare e per giunta anche del suo stesso partito. Occorre fare chiarezza sulla posizione del Partito Democratico che in Consiglio, sul tema rifiuti, ma non solo, vota una cosa e per mano di un proprio esponente di Giunta, invece, ne fa un’altra. Noi del MoVimento 5 Stelle non molleremo la questione, Cava Fornace deve essere chiusa”.

Anche Gabriele Bianchi, Consigliere regionale pentastellato, interviene sulla vicenda: “Sono anni che sosteniamo questa battaglia per chiudere Cava Fornace, non possiamo sopportare ulteriori silenzi o distorsioni della realtà. L'Assessore Fratoni, a sua difesa, sostiene che il "progetto di innalzamento delle arginature" sarebbe stato autorizzato dalle Province di Massa Carrara e Lucca, ma non è così: l'Autorizzazione Integrata Ambientale vigente prevede tre fasi di coltivazione e autorizza all'esercizio solo la prima fase (quella fino a quota 43mt sul livello del mare). Nessun innalzamento degli argini è pertanto autorizzato né tantomeno devono essere le province ad autorizzarlo, bensì proprio la Regione Toscana.”