Attualità

La ciclostaffetta per Giulio Regeni in Toscana

Tappa al Festival 'Libro Aperto' per i tre ciclisti diretti a Roma per consegnare al governo una lettera dei genitori del ricercatore ucciso in Egitto

La ciclostaffetta per Giulio Regeni partita da Duino, paese natale del ricercatore ucciso in circostanze ancora misteriose nel gennaio 2016 in Egitto, ha fatto tappa alla Fortezza da Basso che ospita il festival 'Firenze Libro Aperto'. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, insieme al vignettista Sergio Staino che all'evento ha dedicato un'illustrazione, ha accolto i tre ciclisti il camperista che hanno dato il via all'iniziativa la cui tappa finale è Roma per la consegna alle istituzioni nazionali di una lettera dei genitori di Giulio. La domanda è sempre la stessa: verità sulla sua uccisione.

"L''Italia si dimentica troppo dei problemi della democrazia nel mondo, non vorrei che un giorno ci trovassimo noi stessi circondati", ha detto Rossi. "Quella di Regeni - ha concluso Rossi - è una storia significativa di una gioventù internazionalista. Regeni è stato ucciso in circostanze che devono essere chiarite e per le quali il governo italiano deve impegnarsi".

In tanti si sono soffermati a osservare le bandiere gialle sulle bici parcheggiate all'ingresso del festival del libro dove anche la Regione Toscana ha un suo stand. Tappa dopo tappa, hanno detto i componenti della ciclostaffetta, la sensibilità sulla vicenda di Giulio Regeni si riaccende. Ora il viaggio della ciclostaffetta prosegue pedalata dopo pedalata verso Roma.