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Cinquantamila firme per il referendum sulla sanità

Mercoledì il comitato promotore consegnerà al collegio di garanzia le firme per la consultazione che potrebbe abrogare la riforma della sanità

Il referendum punta ad abrogare attraverso tre quesiti la legge regionale 28/2015 che riorganizza i servizi sanitari toscani partendo dalla riduzione delle Asl da 12 a 3. 

Una ristrutturazione annunciata dal governatore Rossi un anno fa già che diventerà  operativa dal primo gennaio 2016 grazie a una seconda legge di attuazione, attualmente in corso di stesura,  che la giunta regionale e il Partito Democratico vorrebbero approvare entro il prossimo dicembre. Anche perchê questa seconda normativa, superando in molti aspetti la 28, in base al regolamento del consiglio regionale renderebbe necessaria la riformulazione dei quesiti referendari. E il Comitato promotore dovrebbe ricominciare da capo.

La campagna per abrogare la riforma dei servizi sanitari è sostenuta da molti comitati locali e da tutte le forze politiche di opposizione in consiglio regionale: M5S, Sì-Toscana a sinistra, Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia.

Domani alle 11 la consegna delle firme al presidente del collegio di garanzia del consiglio regionale, l'organismo che deve dare il via libera al referendum.

"Finalmente la raccolta firme necessaria per indire il Referendum sulla Sanità si è conclusa - si legge in una nota del comitato promotore firmata da Valerio Bobini, Gavino Maciocco, Giuseppe Ricci - Il risultato è stato davvero soddisfacente perché 50mila cittadini toscani vogliono il referendum".

"Il Comitato invita tutti i cittadini, movimenti, sindacati, partiti, associazioni ad essere presenti a Firenze nel momento della consegna - si legge ancora nella nota - Tutti insieme saliremo le scale del palazzo per dimostrare a Rossi e al Pd che su questioni di fondamentale importanza come la sanità pubblica i cittadini vogliono partecipare, contare e decidere - scrivono i rappresentanti del comitato - Per promuovere il referendum sarebbe stato sufficiente raccogliere 38mila firme nei sei mesi concessi dalla normativa ma sono bastati due mesi scarsi di campagna referendaria per raccoglierne 50mila".

"Questo dimostra che i cittadini non accettano la continua erosione del diritto alla salute e sono fortemente contrari alla privatizzazione dei servizi sanitari e alle polizze assicurative -  concludono Valerio Bobini, Gavino Maciocco, Giuseppe Ricci - Se il Pd è convinto di governare come meglio non si potrebbe, lo dimostri; ora ha la possibilità di approvare la legge che riduce a tre mesi il tempo per l’effettuazione del referendum".