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Termovalorizzatore, il Tar riapre la partita

Il tribunale amministrativo ha accolto la richiesta di sospensiva di QThermo contro il no della Regione Toscana all'impianto di Case Passerini

Si rimescolano a sorpresa le carte nella Piana. Il tribunale amministrativo ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla società QThermo contro il diniego da parte della Regione Toscana all'autorizzazione per realizzare il termovalorizzatore di Case Passerini, nel territorio comunale di Sesto Fiorentino. Un colpo di scena a un anno dalla sentenza del Consiglio di Stato che annullava l'autorizzazione unica emanata dalla Città metropolitana di Firenze.

Nel testo, i magistrati della seconda sezione del Tar sostengono anche che debbano essere riviste le opere della Piana: "Appare necessario procedere ad una riprogrammazione complessiva delle opere da realizzarsi nel territorio della Piana fiorentina, che effettui un coordinamento complessivo delle stesse in particolare per quanto attiene alle reciproche interferenze e alla definizione dei rispettivi compiti delle Amministrazioni locali interessate, secondo un criterio di efficacia che sembra essere mancato nell'azione amministrativa finora svolta".

In pochi giorni, dunque, si sono riaperte entrambe le partite cruciali che da anni si giocano nella Piana. Pochi giorni fa, infatti, sempre il Tar ha accolto il ricorso presentato da diversi Comuni e da alcuni comitati cittadini contro il progetto di ampliamento dell'aeroporto di Firenze, annullando la procedura di Via. Ora tocca anche al termovalorizzatore: il 17 dicembre prossimo il ricorso di QThermo sarà discusso nel merito in un'udienza pubblica. 

Due mosse, quelle del Tar, prese poco bene dal governatore toscano Enrico Rossi che in una nota ha espresso così la propria posizione annunciando il ricorso: "A seguire le indicazioni del Tar dovremmo rinunciare all'adeguamento dell'aeroporto, una struttura che esiste e che serve allo sviluppo della Toscana, e riaprire invece la procedura sul termovalorizzatore, che invece non solo non esiste, ma appartiene a una programmazione vecchia di 25 anni fa e nascerebbe già obsoleto. Da parte nostra pensiamo che i giudici debbano fare i giudici, ma che tocchi alla politica, anche accogliendo l'invito a essere più efficaci, a prendere in mano in modo esplicito questa situazione ed assumersene le responsabilità".