Cronaca

Tangenti in cambio di sconti fiscali

Una condanna e tre patteggiamenti per un giro di mazzette che ruotava intorno all'ex direttore di una filiale toscana dell'Agenzia delle Entrate

Pagavano mazzette al direttore dell'Agenzia delle Entrate per avere consistenti sconti fiscali ma alla fine è arrivata la Finanza e la giustizia ha fatto il suo corso. Al centro del procedimento l'ex direttore provinciale della sede di Firenze Nunzio Garagozzo che, accusato di corruzione, ha patteggiato otto mesi di reclusione e il pagamento di una cifra equivalente alle tangenti incassate, 22mila euro. Il complice a cui venivano versati i soldi destinati a Garagozzo, il commercialista Silvio Mencucci, ha patteggiato un anno e il versamento al Fondo di Giustizia di altri 22mila euro. Sia Garagozzo che Mencucci avevano già subìto condanne per reati analoghi che l'ex direttore sta scontando nel carcere romano di Rebibbia e il commercialista ai domiciliari.

Il geometra Alberto Castelli invece ha patteggiato una pena di un anno e otto mesi per aver versato a Garagozzo una tangente da diecimila euro in cambio di un sostanzioso sconto fiscale sul suo reddito, sceso grazie all'intervento dell'ex direttore da 324mila a 192mila euro. Anche Castelli è stato condannato a pagare una cifra equivalente alla mazzetta.

E' stato infine condannato con rito abbreviato a un anno e quattro mesi l'imprenditore tessile Massimo Bacci, titolare della società Centro Seta. Bacci versò una mazzetta di 12mila euro per farsi azzerare un accertamento fiscale che aveva portato alla luce 224mila euro di ricavi in più di quanto dichiarato. Il Centro Seta, dopo aver la confisca di 12mila euro, dovrà pagarne allo Stato altri 36mila per responsabilità amministrativa.