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Crisi Covid, in Toscana 100.000 rischiano il posto

Scenario da allarme rosso nel rapporto Ires Cgil sugli effetti dell'epidemia sull'economia regionale. Crisi peggiore di quella del 2009-2014

La crisi innescata dal Covid in Toscana potrebbe avere conseguenze peggiori di quella dei mutui subprime del 2009-2014. E' questo lo scenario da allarme rosso prospettato dal rapporto elaborato dai ricercatori Ires, il centro studi della Cgil e presentato a Firenze. 

Nello specifico, si parla di una perdita di posti di lavoro stimata tra i 70.000 e i 100.000 nel 2020, con conseguenze particolarmente dure per i settori del commercio al dettaglio, dei trasporti, della ricettività e del manifatturiero e dell'intrattenimento.

Un indicatore particolarmente preoccupante è quello delle ore di cassa integrazione che ad aprile in Toscana sono aumentate del 1.656,5 per cento rispetto al mese di aprile 2009-2014. 

Per il Pil toscano è stimata una perdita addirittura superiore alla media italiana. Si parla, infatti di una forbice tra l'8 e il 12 per cento a fronte del calo stimato a livello nazionale tra l'8 e l'11 per cento. 

“La situazione preoccupa, la ripresa nella Fase 2 è lenta, occorre difendere i posti di lavoro, crearlo e allargare la domanda interna - ha detto Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana - Dalla crisi del 2009 la Toscana si difese con turismo ed export, che oggi sono settori molto colpiti. Per questo, in questa situazione così complicata, serve un ripensamento del modello di sviluppo da parte di tutte le istituzioni locali e nazionali, a partire dalle modalità di risposta ai bisogni sociali, dalla riconversione ecologica e dalle opportunità sul digitale''.