"Siamo fiduciosi che questi ulteriori cinque giorni di zona rossa, in concomitanza con un'accelerazione della campagna vaccinale, porterà i risultati sperati per la salute dei nostri cittadini e per la ripartenza dell'economia del nostro territorio". A dirlo sono i 41 sindaci della Citta Metropolitana di Firenze, che hanno deciso, in piena sintonia con il presidente della Regione Eugenio Giani di restare ancora in zona rossa, mentre gran parte della Toscana da lunedì 12 Aprile torna in zona arancione.
La decisione è stata presa "dopo attente valutazioni basate sui dati della pandemia nel nostro territorio, con particolare attenzione all'aumento dei contagi e dell'occupazione dei posti letto e delle terapie intensive negli ospedali" hanno spiegato i primi cittadini.
Insomma una scelta fatta con senso di responsabilità, ma anche con dispiacere per tutte le persone che, stante la zona rossa, non possono lavorare: "Siamo tutti consapevoli delle difficoltà per le categorie economiche e per le scuole, con le seconde e terze medie e le superiori ancora in dad, ma si tratta di un sacrificio di cinque giorni in più, necessario per poter contenere ancora i contagi da coronavirus, con la speranza di poter tornare in zona arancione già dal prossimo fine settimana".
I sindaci hanno spiegato: "I dati dei contagi non sono omogenei su tutto il territorio metropolitano, ci sono Comuni più colpiti e altri meno, ma non aveva alcun senso adottare un provvedimento a macchia di leopardo che avrebbe soltanto aumentato la confusione, mentre i cittadini oggi ci chiedono prima di tutto chiarezza delle regole. È stata una decisione che abbiamo preso di comune accordo con il ministro della Salute Roberto Speranza, consapevoli che la battaglia per contenere la pandemia e far ripartire le attività sui nostri territori non si gioca sul filo di lana dei dati ma in scelte e comportamenti responsabili, spesso gravosi, ma orientati alla soluzione dei problemi, considerato che si parla di province, quella di Prato, già in zona rossa, e quella di Firenze, dove vive la metà della popolazione toscana e dove si concentrano importanti centri ospedalieri che subiscono una pressione non più sostenibile".