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Covid e guerra, resilienza toscana agli sgoccioli

Prima il rallentamento, poi la pandemia, quindi la guerra: l'economia Toscana frena. Per i lavoratori 2.000 euro annui di perdita di potere d'acquisto

Resilienza va bene ma non infinita: così quella della Toscana pare in esaurimento. Prima la frenata dell'economia, nel 2019, poi il Covid, nel 2020, poi nel 2021 l'afflato della riparteza frustrato nel 2022 dalla guerra. E ora l'economia Toscana pare in affanno. I dati arrivano dalla Cgil Toscana, che oggi 30 Gennaio ha aperto a Firenze il suo congresso con l'intervento della segretaria generale Dalida Angelini.

"L’anno appena trascorso - è stato uno dei passaggi della relazione della segretaria - si chiude con una crescita del 3,2% che risente della guerra in Ucraina e comunque inferiore alla media nazionale. Nel 2023 si prevede il rischio di crescita zero in Toscana con consumi stagnanti e investimenti privati che si riducono di circa il 2% sull’anno precedente. La perdita del potere di acquisto di una lavoratrice/un lavoratore a tempo pieno in Toscana nel 2022 si avvicina ai 2.000 euro medi".

La ricostruzione parla di una traiettoria declinante. Nel 2019 la Toscana era già in una fase di rallentamento. Il 2020 è stato l’anno del lockdown, che ha fatto registrare una perdita del Pil in Toscana vicina al 10%, addirittura un punto in più della media nazionale. L’anno 2021 è stato l’anno della graduale ripartenza, grazie anche alla campagna di vaccinazione: il Pil è tornato a crescere del 6,5%. 

"Nello stesso anno il 90% delle assunzioni si è fatto con il lavoro a termine e precario, i contratti a tempo indeterminato sembrano diventati una chimera", ha sottolineato la segretaria che, alla guida di Cgil Toscana dal 2015, ha annunciato la volontà di non ricandidarsi.