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Terremoto Covid, 90.000 posti a rischio in Toscana

Impatto pesantissimo su Pil, export e turismo senza il blocco dei licenziamenti secondo il focus Ires Cgil. Profondo rosso nella Toscana centrale

Alla fine del 2020 la Toscana rischia di pagare a un prezzo altissimo le conseguenze non solo sanitarie ma anche economiche dell’epidemia di Covid-19 con una recessione violenta, 90.000 posti di lavoro in meno senza il blocco dei licenziamenti e quasi 2 punti e mezzo di pil in meno in caso di un eventuale nuovo lockdown dopo l’ultimo Dpcm varato dal Governo. I dati emergono dal rapporto Ires Cgil presentato a Firenze.

Secondo il rapporto Ires Cgil, il terzo del 2020, a soffrire di più sul piano economico è la Toscana centrale con -11,5% di Pil seguita dalla Costa a -11% e dal Sud con -10,9%. Oro e settore farmaceutico salvano Arezzo e Siena mentre è crisi nera a Pistoia e Massa Carrara per l’esaurimento delle commesse e anche Firenze, Lucca e Grosseto soffrono per la contrazione dell’export oltre che del turismo azzerato. 

Da qui la richiesta alla nuova giunta regionale della Toscana di una immediata convocazione delle parti sociali per ripartire con gli investimenti e con il lavoro la cui domanda nel 2020, secondo il rapporto Ires Cgil, si ridurrà del 10% con una lieve ripartenza nel 2021 ma al costo di un’impennata di disoccupati.