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Concordia, la Regione reclama i danni morali

I legali dell'ente hanno chiesto in appello la conferma della sentenza di primo grado che riconosceva anche il danno non patrimoniale per il disatro

La compagnia di navigazione ha indicato tra i motivi stessi dell'appello anche quello di non riconoscere il danno non patrimoniale alla Regione Toscana accanto a quello patrimoniale che nella sentenza di primo grado il tribunale aveva riconosciuto con una provvisionale di 250mila euro.

Gli avvocati della Regione, che nel processo è parte civile, hanno invece chiesto di confermare quanto stabilito in primo grado dalla sentenza del tribunale di Grosseto che aveva riconosciuto anche il danno morale per il naufragio del 13 gennaio 2012. Quello che i legali sostengono è che l'incidente dovuto alla manovra di Schettino causò "danni a beni, un vulnus al governo del territorio, al turismo, alla valorizzazione a alla tutela del paesaggio".

Per avvalorare questa posizione, nel corso dell'udienza è stata anche richiamata la sentenza della Cassazione nel caso ThyssenKrupp per ricordare che "gli enti territoriali hanno un patrimonio di beni immateriali da tutelare". Tra questi beni c'è anche il principio della sicurezza sui luoghi di lavoro dato che "sulla Costa Concordia dei 32 morti, cinque erano dell'equipaggio". 

Ancora assente in aula l'imputato Francesco Schettino.