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Decreto Salvini, la Toscana ricorre alla Consulta

Il presidente Rossi ha annunciato che la Regione ricorrerà alla Corte Costituzionale contro il provvedimento del governo

La Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza del governo attraverso una delibera che sarà approvata nella seduta di giunta di lunedì, alla ripresa dopo la pausa natalizia. Ieri sulla questione era intervenuto l'assessore alla presidenza Vittorio Bugli, esprimendo il sostegno della Regione ai sindaci che chiedono di rivedere i punti ritenuti più critici del provvedimento. Oggi il presidente Enrico Rossi ha confermato il ricorso alla Consulta. 

Riguardo ai sindaci "ribelli", il governatore ha spiegato che "fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza". In Toscana, ha ricordato Rossi, il decreto rischia di condurre all'irregolarità cinquemila persone, questione già denunciata dalla Regione insieme ad Anci prima della conversione in legge del decreto. 

Poi il presidente è tornato sulla proposta di legge che ora passa al Consiglio regionale approvata dalla giunta lo scorso 22 dicembre. Il testo, per il quale sono già stati messi a bilancio due milioni di euro, "tutela i diritti della persona umana, a prescindere dalla cittadinanza: diritti per tutti, non solo per i cittadini italiani, ad essere curati, ad avere una dimora, un'alimentazione adeguata e ad avere un'istruzione".

Ora, insieme ai sindaci, Rossi ha detto di essere disponibile a valutare la possibilità prevista dalla legge 'La Loggia' che indica la possibilità per i Comune di richiedere, attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali , che sia la Regione a farsi carico del ricorso alla Consulta in tempi più rapidi anche su materie dei comuni e su competenze dei sindaci.