Aveva rivendicato di essere l'ultimo esponente della casata dei Medici, che hanno mantenuto il potere a Firenze e in gran parte della Toscana per quasi tre secoli. Da questa pretesa è nato un contenzioso legale con la presidenza del Consiglio, arrivata nel giro di nove anni alla sentenza della Corte d'Appello.
Tutto risale al 2016, quando l'uomo si è presentato come erede di Anna Maria Luisa de' Medici, che prima nel patto di famiglia decise di lasciare il patrimonio della famiglia ai Lorena, vincolandolo alla città di Firenze; poi, qualche anno dopo, scrisse un testamento, con somme lasciate a parenti e conoscenti.
Secondo il presunto erede, quest'ultimo avrebbe il valore di un trattato internazionale, dunque con precedenza rispetto alle leggi italiane sull'eredità: in totale, alla fine, i beni dovuti dallo Stato sarebbero ammontati a ben 84 milioni di euro.
La questione, però, è stata rigettata dai giudici: in primo grado, addirittura, l'uomo era stato sanzionato con 15mila euro per lite temeraria. In appello, invece, i giudici hanno confermato il rigetto, ma hanno rimosso la sanzione. Restano, però, 35mila euro di spese legali da pagare.