Politica

Dimissioni? Parrini rimandato a ottobre

Alla richiesta di alcuni esponenti Pd dopo i ballottaggi, il segretario regionale risponde: "Ne riparliamo dopo il referendum costituzionale"

Dario Parrini

Il giorno dopo i ballottaggi è molto difficile in casa Pd. Solo una vittoria, Altopascio, su sei competizioni in altrettante città della Toscana. 

"Non voglio fare processi, ma è chiaro che con queste elezioni si apre una fase nuova: bisogna che quando si ha la palla fra i piedi si cerchi di fare gol nella porta dell''avversario, tutti", ha detto il segretario del Pd toscano Dario Parrini commentando i risultati della domenica elettorale. 

"Il primo a fare uno sforzo unitario voglio essere io", ha detto e ha aggiunto che "la lettura per cui la soluzione ai nostri problemi è tornare indietro o pentirsi di qualche riforma è sbagliata: dobbiamo innovare di più. Per questo, dovessi usare due sostantivi, sarebbero innovazione e unità". 

"Abbiamo già iniziato - ha detto - e continueremo nei prossimi giorni l'analisi delle cause di ogni singolo risultato, analisi che ci vedrà ragionare in maniera congiunta con i nostri organismi provinciali e comunali: cercheremo di andare nel dettaglio caso per caso, senza sconti"

Intanto sulla richiesta di dimissioni avanzata nei suoi confronti da alcuni esponenti del partito locale: "Bisogna reagire alla sconfitta - ha affermato - lavorando di più per avere un risultato positivo al referendum, che sarà la prova decisiva per tutti".

Per il segretario le ragioni della sconfitta sono dovute a tre ordini di motivi: "Le circostanze locali di ogni Comune chiamato alle urne che inevitabilmente condizionano le scelte degli elettori, le divisioni interne al partito stesso e il peso del malcontento diffuso anche a livello nazionale che, di norma, colpisce chi si trova al governo". 

Sulla batosta di Sesto Parrini fa il mea culpa per quanto riguarda la "campagna elettorale che non ha contrastato in modo efficace quanto sostenuto dagli avversari". Leggi: l'inceneritore. "Si tratta di un impianto autorizzato e trasformare il ballottaggio in un referendum sulla sua realizzazione è stata una scelta sbagliata".